la storia falsa della vasca da bagno

Il 28 dicembre del 1917, i lettori americani più attenti poterono leggere sul “New York Evening Mail” un articolo già dal titolo piuttosto particolare.
“A neglected anniversari” era frutta della penna e del solido pugno di H.L. Mencken, passato alla storia come il giornalista iconoclasta per eccellenza.

Tradotto in italiano, il titolo del suo articolo suonerebbe più o meno così: “Un anniversario negato”.

Mencken spiegò la motivazione di tale singolare nomenclatura del titolo nel corso dell’articolo stesso.

L’America si era dimenticata di celebrare il 75° anniversario della moderna vasca da bagno.

Venuta alla luce in quel di Cincinnati (Ohio) il 20 dicembre 1842, era completamente stata diseredata dal suo paese, tanto che lo stesso Mencken si sorprese del fatto che “nemmeno un idraulico ha salutato l’evento ed ha esposto una bandiera, nemmeno un governatore ha proclamato un giorno di preghiera!”.

Lo scrittore si preoccupò di offrire una storia della vasca da bagno negli Usa.

Fu anche in grado di fornire il disegno generico del contesto politico nel quale questa nacque.

Per esempio – scrive Mencken – il Presidente americano Millard Fillmore ebbe l’ardore di installare la prima vasca da bagnoalla Casa Bianca nel lontano 1851; una scelta controversa ma altrettanto coraggiosa, in quanto la vasca divenne ben presto motivo di controversie di carattere medico.

E l’articolo di Mancken continuava per altre due pagine, fornendo dettagliatissime informazioni, con una piccola controindicazione: quella di non prendere sul serio niente di ciò che era stato scritto da Mancken stesso.

Si trattava di tutte notizie false.
Nessuna controindicazione medica e nessuna vasca nella Casa Bianca versione 1851.

Ma per quale motivo un giornalista serio ed accreditato quale H.L. Mancken indubbiamente era avrebbe dovuto scrivere un articolo volutamente fasullo sulla vasca da bagno?

Per un semplice ma geniale motivo: voleva dimostrare (durante la prima guerra mondiale), essendo esso filo-tedesco, che spesso i giornalisti pubblicano notizie totalmente fasulle spacciandole per buone e piegando così alla loro volontà l’informazione pubblica.